La Sardegna è, da sempre, terra fertile non solo per la produzione agricola di qualità, ma anche per la capacità di adattarsi e reinventarsi.
 
Oggi più che mai, il settore agricolo sardo è chiamato a una sfida decisiva: innovare per restare competitivo, non solo a livello nazionale, ma anche europeo.
 
L’agricoltura, che rappresenta una delle colonne portanti dell’economia isolana, non può prescindere da un processo profondo di rinnovamento. Innovare in questo ambito significa, prima di tutto, puntare sul capitale umano: formare nuove generazioni di agricoltori, favorire il trapasso generazionale nelle aziende familiari, e attrarre giovani talenti che scelgano di investire il proprio futuro nella terra.
 
Ma l’innovazione passa anche dalla tecnologia. L’agricoltura di precisione, l’uso di sensori, droni, sistemi di monitoraggio del suolo e dell’acqua, rappresentano strumenti indispensabili per aumentare la produttività, tutelare l’ambiente e affrontare le sfide imposte dai cambiamenti climatici. Non si tratta solo di una questione tecnica, ma di una visione strategica.
 
Rafforzare il sistema agricolo sardo significa mettere al centro le filiere locali, sostenere le aziende nelle transizioni green e digitali, e valorizzare le eccellenze identitarie del territorio, dal grano ai formaggi, dal vino all’olio. La Sardegna può e deve scommettere su sé stessa.
 
Puntare sull’agricoltura innovativa è una scelta che riguarda non solo gli addetti ai lavori, ma l’intero tessuto economico e sociale dell’isola. Un’agricoltura più forte, connessa e sostenibile è il motore di uno sviluppo più equo, duraturo e moderno. Il futuro è già qui. Sta a noi decidere se farne parte.
 

Valeria Satta

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