Nel cuore del Medio Campidano, tra i comuni di San Gavino Monreale, Turri e Villanovafranca, si coltiva una delle spezie più pregiate e identitarie d’Europa: lo Zafferano di Sardegna DOP.
 
Conosciuto come “oro rosso” per il suo valore e la sua intensità cromatica, questo prodotto è il frutto di una tradizione agricola antichissima, che affonda le radici nei secoli passati. La coltivazione del Crocus sativus L., la pianta da cui si ricava lo zafferano, richiede un lavoro meticoloso e interamente manuale.
 
La fioritura avviene tra ottobre e novembre e dura circa 15-20 giorni. I fiori vengono raccolti all’alba, quando sono ancora chiusi, per preservarne l’aroma. Successivamente, gli stimmi vengono separati, umettati con olio extravergine d’oliva sardo e delicatamente essiccati. Il risultato è una spezia di altissima qualità, con un contenuto elevato di principi attivi responsabili del colore, del sapore e dell’aroma.
 
Queste caratteristiche rendono lo Zafferano di Sardegna particolarmente apprezzato in cucina, dove viene utilizzato in piatti tradizionali come i malloreddus, la fregula e le pardulas. Nonostante la sua eccellenza, la produzione di zafferano in Sardegna è limitata e concentrata in poche aziende familiari. Il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta ha rappresentato un importante passo per la valorizzazione del prodotto, anche se l’adesione al marchio resta contenuta a causa dei costi e delle complessità burocratiche.
 
Oggi, lo zafferano rappresenta non solo un’eccellenza gastronomica, ma anche un simbolo di identità culturale e un’opportunità di sviluppo per le comunità locali. Eventi e sagre lo celebrano ogni anno, rafforzando il legame tra la spezia e il territorio che la custodisce.
 
Lo Zafferano di Sardegna è dunque un tesoro da preservare, che racconta la storia, la passione e la resilienza di una terra che continua a credere nella forza delle proprie radici.
 

Valeria Satta

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