Da Barcellona a Napoli, passando per Tunisi, per fare poi ritorno a Cabras. Il quarto appuntamento del Festival dell’Archeologia, promosso dalla Fondazione Mont’e Prama, è un viaggio nel Mediterraneo tra esperienze e buone pratiche volte a rimarcare il ruolo strategico della cultura e, in particolare, delle mostre internazionali, per favorire la crescita sociale ed economica dei territori.

La serata ha preso il via con i saluti del presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni, che ha riassunto i lavori le prime tre giornate e introdotto la conferenza dal titolo “Comunicare la cultura“. La discussione, coordinata da Sabrina Giannini, giornalista, autrice e conduttrice televisiva, ha coinvolto Emilio Casalini, giornalista e conduttore radiofonico, che ha posto l’accento sull’importanza di generare nuova bellezza per avvicinare il pubblico, soprattutto quello giovanile, alla cultura; Elisa Bonacini, archeologa, scrittrice e ricercatrice in museologia all’Università degli Studi di Bari, ha condiviso le proprie esperienze nel campo della divulgazione archeologica, affermando che “L’innovazione della comunicazione è essenziale per rendere la cultura accessibile e interessante per tutti”; Gaia Provvedi, consulente di marketing strategico, ha spiegato come le tecniche di ascolto e di co-progettazione possano essere applicate efficacemente per migliorare la fruizione dei musei e del patrimonio culturale, anche al fine di “trasformare il modo in cui percepiamo e valorizziamo i beni archeologici”.

In linea con i temi della prima parte della serata, la seconda conferenza, intitolata “Le mostre internazionali: incontro con i direttori dei musei“, ha offerto una panoramica affascinante sulle esperienze e sulle sfide di alcuni tra i più interessanti musei archeologici del Mediterraneo occidentale. Moderato da Nicoletta Buffon, consigliera delegata di Villaggio Globale International, l’incontro ha visto la partecipazione di Carme Rovira Hortalà, responsabile delle esposizioni del Museu d’Arqueologia de Catalunya, che ha parlato dell’importanza di “Creare connessioni tra i musei a livello internazionale per migliorare l’esperienza culturale, attrarre differenti target di pubblico e promuovere un costante dialogo interculturale”; Paolo Giulierini, già direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ha sottolineato l’importanza di “Trasformare i contenuti in narrazione, anche attraverso l’utilizzo di nuovi linguaggi, e creare simmetrie tra passato e presente per stimolare occasioni di riflessione sui temi di attualità”; Khansa Hannachi, conservatrice all’Istituto Nazionale del Patrimonio della Tunisia, ha presentato le attività di cooperazione con l’Italia, affermando che “Collaborazioni come queste rafforzano la capacità di educare, formare, costruire e ispirare attraverso l’archeologia”; infine Giorgio Murru, direttore scientifico del Festival, ha arricchito la discussione con preziose testimonianze e suggestioni per il futuro dei sardi e della Sardegna, contribuendo a rendere l’incontro un trionfo di conoscenza.

L’appuntamento, ancora una volta un successo di partecipazione, è stato impreziosito dalla conduzione di Ambra Pintore e dagli intervalli musicali di Chiara Effe e si è concluso con un lungo applauso, segno del grande apprezzamento per la qualità dei contenuti espressi dai relatori e dalle relatrici ospiti.

Il Festival dell’Archeologia continua questa sera con un programma altrettanto ricco e stimolante. Al Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras, a partire dalle ore 21, l’incontro “Mont’e Prama: ritorno al futuro” con Mauro Aprile Zanetti, Anthony Muroni e Sabrina Giannini, presentato da Ambra Pintore. La giornata si chiuderà con l’atteso spettacolo di Lapola e Tamurita.

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Il programma completo del festival è disponibile sul sito monteprama.it

(Valeria Satta)

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