Se chiudi gli occhi e lasci che l’aroma di miele caldo, nocciole tostate e albumi montati ti travolga, sei già lì: a Tonara. Non c’è bisogno di bussola. Bastano le narici e il cuore. Perché questo borgo incastonato nel Gennargentu non è solo un paese: è una culla di tradizione, una cattedrale del gusto, un altare al miele e alla frutta secca.
 
Qui nasce il torrone più autentico, il più onesto.
Perché quello di Tonara non è un dolce qualsiasi. È un rito. Una storia. Una dichiarazione di identità. Chi lo ha assaggiato lo sa: c’è un prima e un dopo.Il segreto? Materie prime vere. Niente sciroppi, niente surrogati. Miele locale, spesso di castagno, forte e corposo montato con pazienza, senza fretta, come si fa da secoli. Nocciole intere, mandorle sarde, qualche volta noci.
 
Il tutto cotto nei paioli di rame, mescolato a mano, avvolto nella carta d’ostia e lasciato riposare. Non c’è chimica: solo la chimica della perfezione artigianale.E dietro questa meraviglia ci sono le mani sapienti di famiglie intere. Aziende come Torronificio Pili, Torronificio Pruneddu, Torronificio Marotto, Torronificio Tore, Torronificio Demurtas, solo per citarne alcune, che tengono viva un’arte antica, tramandata di generazione in generazione. Gente che lavora d’inverno e d’estate, che non rincorre le mode ma resta fedele alla verità del gusto.
Ogni pezzo è diverso dall’altro, come un’opera d’arte. Perché non c’è stampo industriale che possa riprodurre ciò che fa una mano sarda.
E questo, oggi, vale più dell’oro. Il torrone di Tonara è un inno alla terra: alle api che raccolgono il polline nei boschi sardi, ai noccioleti coltivati in altura, alla gente che crede ancora nel valore della lentezza e della bontà.
 
E quando arriva la Sagra del Torrone, ogni Pasquetta, il paese esplode di profumi, musica e memoria. Ma Tonara merita visita tutto l’anno. Perché lì, tra una fetta di torrone e una chiacchiera con i torronai, riscopri che il gusto vero non ha bisogno di slogan. Ha bisogno di rispetto.
 
Sardegna è anche questo: dolcezza che non mente, che non cambia bandiera. Il torrone di Tonara non è solo un prodotto tipico. È una resistenza. È un orgoglio.
 
Valeria Satta
 
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